Esiste un “tempo” per tutte le cose ed un posto per ogni cosa ed essere vivente. L’Iridologia è una Scienza piuttosto antica, di cui i suoi studi principali si sono svolti principalmente in tre epoche.

Possiamo dunque parlare di Iridologia antica, applicata prima da Von Peczely, in seguito alle scoperte dell’iridologo più famoso e l’Iridologia moderna, sviluppata nel nostro tempo più attuale e che prosegue ancora oggi, nella sua ricerca. L’Uomo ha da sempre ricercato se stesso, il suo principale interesse è sempre stato quello di fare delle scoperte utili  in senso di praticità. Possiamo affermare che oggi più di ieri, è il tempo giusto per scoprire ciò che ci riguarda, attraverso l’Iridologia?

Probabilmente, pensiamo alla matematica come scienza, per esempio, la scoperta del teorema di Pitagora, è assai antica ma fondamentale anche in questo tempo per il corretto svolgimento di numerosi calcoli per la costruzione delle infrastrutture. Molto antica anche la ricerca di studi del matematico Fibonacci, le sue scoperte matematiche risalgono almeno a più di quattrocento anni fa, ma così attuali e veritiere nei nostri “conti quotidiani”. Egli dimostrò che il famoso “Uno virgola Sei”, è in tutte le cose, dal numero delle foglie degli alberi al numero dei granelli di sabbia.

Certe scoperte fondamentali sono state condotte in tempi antichissimi, come mai?Come mai sono ancora così attuali ?

 Perché esiste un Tempo per ogni Rivelazione! Ogni rivelazione, scoperta, ha bisogno poi del Terreno giusto per essere coltivata dunque raccolta e compresa. Per alcune scoperte non è solamente necessario che lo studioso sia potentemente “Connesso” al suo Se Superiore, probabilmente anche l’intera umanità deve essere necessariamente pronta per accogliere le rivelazioni.

Ogni ricerca nuova viene fortemente contrastata, qui cito le parole di Franz Von Kobell : In ogni epoca vi sono sempre stati ricercatori in grado di esprimere anche i concetti più astrusi in modo semplice e lineare e altri al contrario, il cui talento maggiore sembra essere la capacità di intralciare in ogni modo la comprensione di coloro che leggono i loro scritti. Costoro tendono di norma a presentare i concetti più semplici in forme il più possibile complicate e tortuose, a vedere e creare difficoltà anche laddove non ve ne sono”.

Quello che è importante è il connettersi al momento giusto . Questo le anime dei grandi ricercatori lo hanno sentito, la ricerca non finirà mai. Anassagora (499-428 a.C ), Ippocrate (460-377 a.C ), Santa Idelgarda ( 1098-1170 d.C ), sono solo alcuni dei tanti studiosi che hanno ampiamente parlato in modo piuttosto veritiero di ciò che significano alcuni Segni nei nostri occhi. Chi non ha studiato iridologia, potrebbe essere concorde nel pensare che occhi vivi e luminosi siano sinonimo di un buono stato di salute. Ogni ricercatore della storia in questo ambito, ha contribuito a svelare ciò che è messo in bella vista ma che dobbiamo imparare a decifrare.

L’Iridologia è molto utile nella prevenzione delle malattie ereditarie e di molte patologie che possono subentrare con uno scorretto stile di vita.

L’Essere Umano ha sempre posseduto due meravigliosi occhi? Quando è nato l’organo della vista?Esiste un legame tra la nostra capacità visiva con quella del regno animale e vegetale?

Per provare a rispondere a queste domande, è necessario scorrere con la mente in tempi antichissimi al Tempo della Creazione della Vita su questo pianeta. Occorre comprendere prima di tutto come è nata la vita così come la conosciamo oggi. Gli scienziati moderni del nostro tempo, affermano che noi esseri umani non siamo fatti delle stesse sostanze che si trovano nella Materia Oscura che avvolge tutto l’Universo. Durante il corso di Chimica e Biologia l’insegnante attraverso lo studio dell’isomeria, ci ha dimostrato quanto sia possibile ottenere da un numero limitato di atomi, un numero quasi illimitato di composti.

Sebbene la scoperta dell’elemento Idrogeno, come maggior componente insieme all’elemento Elio delle stelle, sia piuttosto recente, fatta da Cecilia Payne Gaposchkin negli anni venti del millenovecento, c’è molto su cui riflettere dato che l’Universo è composto da numerosi elementi che qui, su questo pianeta, si sono Uniti per dare origine a forme di Vita piuttosto complesse. Infatti uno degli elementi portanti, ossia che ha dato origine alla vita sulla Terra, è proprio l’elemento Idrogeno. Prima di questa grande scoperta che riguarda la maggior composizione delle stelle, l’elemento Idrogeno era stato individuato per la prima volta da un ricercatore nel 1766 Henry Cavendish.

Grazie all’Idrogeno e a tutti gli altri Elementi esistenti perché qui, su questo piano, si sono Uniti in Una Grande Compenetrazione di Intenti. Possiamo affermare che tutto ciò che in natura esiste, è il risultato delle reazioni termonucleari innescate all’interno delle stelle dall’Idrogeno, elemento che costituisce il 70% della massa stellare.

Ma per comprendere come si è formato l’organo della vista di tutti gli esseri viventi, abbiamo bisogno di sapere come è nata la vita sul nostro pianeta, dunque facciamo un salto nel passato più arcaico per arrivare alla comprensione di quanto siano complessi tutti gli organi della vista e non solo.

La culla della vita sulla Terra, la troviamo nel Dna, la più antica scrittura del nostro codice genetico, codificata in modo tale che tutte le forme di vita sanno “leggere”.

Il Dna è una Molecola che ricorda una scala attorcigliata di cui le scale sono formate da quattro tipi di molecole più piccole. I Pioli più piccoli, sono le lettere dell’alfabeto genetico e particolari combinazioni di queste lettere danno le istruzioni per ogni forma vivente, per dire come crescere, muoversi, riprodursi, digerire ecc….La Doppia elica del Dna è una macchina molecolare che contiene cento miliardi di elementi chiamati Atomi. In Una singola molecola del Dna ci sono tanti atomi quante sono le stelle nella Galassia : ognuno di noi è Un piccolo Universo. Il codice del Dna trasmesso di cellula in cellula, viene ricopiato con estrema cura, generazione dopo generazione. La nascita di una nuova molecola di Dna, inizia quando una proteina replicativa separa i due filamenti della doppia elica “rompendo” i pioli. Nel liquido interno del nucleo, le lettere molecolari galleggiano libere e ogni filamento dell’elica ricostruisce la parte mancante, dando vita a due molecole identiche del Dna. I Geni si riproducono così e si trasmettono da una generazione all’altra. Quando una cellula vivente si scinde in due, ognuna porta completo il proprio Dna. Un’apposita proteina, compie una revisione per assicurarsi che vengono accettate solo le “lettere giuste”, in modo che il Dna sia accuratamente copiato.

Ma a volte può verificarsi un’errore che apporterà un piccolo Cambiamento Casuale nelle istruzioni genetiche. Questo può avere grandi conseguenze sulla Scala Evolutiva. Dunque le Mutazioni sono del tutto casuali e avvengono in continuazione, ma le condizioni ambientali premiano coloro che hanno più possibilità di sopravvivenza, quindi la selezione è tutt’altro che casuale!

L’Origine della Specie differenzia profondamente gli Individui che in Principio erano Identici.

Un Singolo Individuo evolve in un gruppo, nel corso di intere generazioni in tempi lunghissimi. Darwin nel 1859, diede origine ad una vera e propria Rivoluzione Scientifica che ancora oggi prosegue : “L’Evoluzione per Selezione Naturale, il concetto più Rivoluzionario del campo della Scienza “. Tutti o la maggior parte degli uomini, prova disagio a pensarsi imparentato con le scimmie e le credenze religiose ci insegnano che siamo stati creati in maniera separata da tutti gli altri animali e questo ci fa sentire “Speciali”. Ma se Originariamente eravamo tutti quell’Uno qui sua Terra agli albori della Vita, quanto siamo imparentati con gli esseri vegetali e animali?

Nella fotografia ingrandimento della testa di un Conuro della Patagonia, in cui si possono osservare da vicino le sue piume che assomigliano ai rami di un Pino Mugo.

Nel Dna di una quercia è scritto come metabolizzare lo zucchero, ma questo lavoro lo compie anche il nostro Dna. Per questo esiste un legame di parentela assai lontana con tutti vegetali e non solo. Parliamo anche di tutto il Regno Animale. Osservate nell’immagine sopra, il capo di un pappagallo Conuro della Patagonia con il suo splendido piumaggio verde scuro, verde oliva. Le sue piume, viste da vicino, assomigliano alle foglie dell’albero Pino Mugo, una pianta resistente e forte capace di rigenerare i terreni più sterili. Le parti del codice del Dna variano da specie in specie ed è assai affascinante comprendere come un “ pappagallo” sia un pappagallo e cioè come fanno a cooperare le molecole dentro di lui in modo da produrre il funzionamento macroscopico dell’organismo vivente?

Esiste una Dinamica Fisica che da luogo a questo Ordinamento di cui parleremo più avanti.

Dunque una volta compreso che siamo “Imparentati con Tutti gli Esseri viventi”, è necessario ricordarsi che è la stesura del Dna che rende diverse tutte le specie viventi.

Il grande Albero della Vita, ogni suo ramo è una specie estinta o ancora vivente, noi siamo un ramo dei tanti…”

A meno che uno abbia un gemello identico, non ci può essere nessuno che nell’intero Universo abbia lo stesso Dna. Nelle specie il Dna fornisce il materiale utile per la selezione naturale. L’Ambiente seleziona i geni che devono vivere e moltiplicarsi.

Se pensiamo a come avviene l’assimilazione del glucosio, siamo simili a numerose specie e questo perché alcune Funzioni sono così fondamentali che si sono evolute prima che le varie forme di vita si differenziassero.

La Materia alla base della vita è così malleabile che una volta comparsa, l’ambiente l’ha plasmata in molteplici forme. Per esempio, esistono mezzo milione di Scarabei catalogati dai Biologi fino ad oggi, per non parlare delle innumerevoli varietà di Batteri di cui ne conosciamo solo una modesta parte. Quante varietà e diversità in un Pianeta così piccolo! L’Albero della Vita, estende i suoi rami in tutte le direzioni trovando e sfruttando ciò che funziona con nuovi Habitat per le creature. L’Albero della vita ha tre milioni e mezzo di anni, un tempo assai lungo in cui ha sviluppato un grande repertorio di strategie per la sopravvivenza. In questo Grande Albero noi siamo un piccolo rametto. La Scienza rivela che tutta la vita sulla Terra ha Una Unica Origine. Darwin ha scoperto il vero meccanismo dell’Evoluzione e al suo tempo l’opinione che era predominante era che forme di vita evolute e complesse, fossero il frutto di una grande Intelligenza che aveva creato separatamente tutte le specie. Si pensava che gli esseri viventi fossero troppo complessi per essere il risultato di una evoluzione non guidata. Osservando l’occhio umano, ci rendiamo conto di quanto il suo funzionamento sia complesso e ben articolato.

Per fare un occhio umano sono necessari la Cornea, l’Iride, il Cristallino, la Retina, i Nervi Ottici, i Muscoli e una elaborata rete neuronale del Cervello per interpretare le immagini.

L’Occhio Umano è più complicato di qualsiasi strumento creato dall’uomo, pertanto si credeva che l’occhio umano non potesse essere il risultato di una evoluzione casuale. In un tempo della nostra evoluzione, quando non c’era ancora l’organo della vista, tutte le creature erano cieche e questo avveniva quattro miliardi di anni fa. Qualche centinaio di milioni di anni dopo, si verifica un microscopico “errore di copia” del Dna di un batterio. Questa mutazione casuale fornisce a quel microscopico essere una proteina capace di assorbire la luce solare, dunque il batterio diventa fotosensibile. In questo modo i batteri di quel lontano tempo, possono fuggire nelle profondità degli oceani per schermarsi dai danni del Dna per via dei raggi UV. Nasce così la percezione del giorno e della notte, i batteri in grado di distinguere la Luce dal Buio, hanno grandi vantaggi rispetto a quelli ancora ciechi. Si scambiano il Dna al sicuro nel buio, quindi quelli fotosensibili sopravvivono maggiormente rispetto ai batteri che vivono in superficie e sono ciechi. Con il tempo, queste proteine fotosensibili si concentrano in un punto pigmentato del più complesso organismo cellulare e ciò rende possibile a questo organismo di “trovare la Luce”.

Un grande vantaggio per un organismo che sfrutta il Sole per sintetizzare il nutrimento.

In migliaia di generazioni si crea lentamente l’occhio: nasce in principio una “fossetta” nella macchia pigmentata, una sorta di depressione che permette all’animale come il pesce Platelminta, di separare la Luce dall’ombra in maniera approssimativa, aiutandolo a evitare anche eventuali predatori. Col passare del “tempo”, la fossetta diventa più profonda e si trasforma in una “sacca” con un piccolo foro. In migliaia di generazioni la selezione naturale, porta lentamente alla formazione dell’occhio.

L’Apertura si contrae diventando un piccolo foro, protetto da una membrana trasparente. Può entrare in questa fessura ancora poca Luce, però proietta le immagini sulla superficie sensibile interna. Ciò permette di mettere a fuoco, un foro più ampio avrebbe lasciato entrare più Luce creando una immagine chiara ma anche più sfuocata. Questo sviluppo scatena l’equivalente evolutivo di una “corsa agli armamenti” e una gara per accaparrarsi vantaggi utili per la sopravvivenza. Nasce così attraverso una nuova evoluzione, un’altra caratteristica dell’occhio primordiale: una lente, il Cristallino, che garantisce messa a fuoco e brillantezza. Negli occhi dei pesci primitivi, la gelatina trasparente vicina alla fessura, si trasforma in Cristallino e allo stesso tempo la fessura si allarga per lasciare passare più Luce. Ora i pesci possono vedere nitidamente sia da vicino e sia da lontano.

In principio quindi, gli occhi si sono evoluti per vedere in acqua, infatti il fluido acquoso presente negli occhi, permetteva di eliminare la distorsione dell’elemento curvante.

Ma gli animali che sono usciti dalle acque per vivere sulla terraferma hanno avuto un bel problema visivo.

La Luce trasmetteva le immagini dall’aria asciutta negli occhi pieni di liquido e ciò faceva curvare i raggi di Luce formando immagini distorte. Quindi quando i nostri antenati hanno lasciato l’acqua per raggiungere la terra, i loro occhi perfettamente evoluti per vedere in acqua non funzionavano bene a contatto con l’aria.

Così dopo trecentosettantacinque milioni di anni di evoluzione nell’acqua i nostri occhi non possono funzionare così bene sulla terraferma.

In ogni stadio di questo sviluppo, l’occhio si evolve in modo da fornire un vantaggio selettivo per la sopravvivenza. Tra gli occhi degli animali di varia specie, possiamo ritrovare vari stadi di questo processo evolutivo e tutti funzionanti e funzionali alla propria evoluzione.

La complessità dell’occhio umano non è un ostacolo all’evoluzione della selezione naturale, anzi l’occhio e ogni forma di vita non avrebbe alcun senso senza l’Evoluzione.

Per alcuni l’evoluzione è solo una teoria, una semplice opinione, ma la teoria dell’evoluzione così come quella della gravità, è un dato scientifico: l’Evoluzione è avvenuta Realmente. Il nostro legame con le altre forme di vita non è solo un dato di fatto, è anche una profonda Esperienza Spirituale. Probabilmente l’uomo, attraverso le Religioni, che a quanto pare sono una esigenza umana, ha sentito di provare a spiegare la Connessione col Tutto. La vastità dei vari “Credo”, le Religioni, ci mostrano quanto sia viscerale tutto ciò. Non entro del merito del discorso religioso stretto, poiché le religioni anziché rendere Libero l’uomo lo hanno incatenato maggiormente a varie forme di ignoranza e di non Accettazione. L’Evoluzione agisce alla “Cieca”, quindi non può anticipare o adattarsi ad eventi catastrofici, così come l’Albero della Vita ha tanti rami spezzati durante le cinque catastrofiche estinzioni avvenute sulla Terra.

Per ognuna delle specie viventi, ne sono scomparse migliaia.

Molte si sono estinte per la lotta quotidiana alla sopravvivenza, ma molte altre sono state spazzate via da terribili cataclismi che hanno investito la Terra. Negli ultimi cinquecento milioni di anni è accaduto cinque volte, cinque estinzioni di massa hanno devastato la vita sul pianeta. Per esempio durante l’era Permiana risalente a duecentosettanta milioni di anni fa, i Trilobiti, pesci simili alle Mante, avevano una buona capacità visiva in acqua. Si sono estinti.

Dopo dieci milioni di anni, la vita sulla Terra si ripopola attraverso l’era dei Dinosauri che anch’essi si estingueranno in massa. Ma la vita sulla Terra è tenace, dunque troviamo forme di vita la dove non ce lo immaginiamo.

Esiste una forma di vita animale che è sempre sopravvissuta durante le cinque estinzioni e che può vivere in condizioni durissime nel ghiaccio, nell’acqua, in grado persino di viaggiare nudo nel freddo vuoto dello Spazio, esponendosi a intense radiazioni.

Questo essere vivente del regno animale è il Tardigrado, un insetto super millimetrico che è sempre perfettamente a suo agio anche in posti estremi come profondità oceaniche e vette altissime.

Guardate nell’immagine sopra, quanto questo animaletto possegga elementi “umani”, straordinario. Quantità innumerevoli di questo insetto si annidano nel muschio dei più comuni giardini. Grande quanto una punta di spillo, forte nella sua statura, esiste da mezzo miliardo di anni.

Dunque, l’occhio in generale, si è formato in Acqua e successivamente si è evoluto in base alle esigenze di sopravvivenza di ogni essere vivente. prossimamente, scopriremo il potenziale dell’Acqua nel processo della nostra Omeostasi e di come l’Acqua continui a preservare la vita di ogni creatura. Spero di avervi abbastanza incuriositi per approfondire ulteriori domande a cui è vitale dare risposta.